La papaya è un frutto tropicale che possiede molti benefici. L’albero della papaya, originario del Messico, è coltivato anche in Brasile, in Africa e in India; ha l’aspetto di una palma, con un’altezza che varia mediamente fra i due e i cinque metri. Il frutto della papaya, inizialmente verde, diventa giallo quando giunge a maturazione. La sua polpa è profumata e zuccherina, ricca di enzimi. La papaya fresca è ricca di enzimi digestivi e un alto contenuto di Vitamina C, ma è solo attraverso la fermentazione microbica che la papaya può dirsi antiossidante.
In Italia ZUCCARI è la sola realtà ad aver sviluppato il processo di bio-fermentazione della papaya. Creare un processo produttivo tanto rigoroso quanto indipendente era essenziale per aumentare lo standard qualitativo.
Lo stress ossidativo si verifica quando una molecola di ossigeno si divide in singoli atomi con gli elettroni spaiati, che sono chiamati radicali liberi. In una situazione di equilibrio gli elettroni formano delle coppie, tuttavia i radicali liberi si muovono nell'organismo per cercare altri elettroni con cui creare una coppia. Ciò provoca danni alle cellule, alle proteine e al DNA. È stato riconosciuto il collegamento tra i radicali liberi e l'invecchiamento, definito come un graduale accumulo dei danni provocati dai radicali liberi. Le sostanze che generano i radicali liberi si possono trovare nel cibo che mangiamo, nei farmaci che assumiamo, nell'aria che respiriamo e nell'acqua che beviamo. Queste sostanze includono i cibi fritti, l’alcool, il fumo di tabacco, i pesticidi e gli inquinanti atmosferici.
I radicali liberi però sono anche dei sottoprodotti naturali dei processi biochimici, per esempio il metabolismo. Come spesso accade, è la dose di accumulo a fare la differenza fra il benessere e il suo contrario.
Secondo la Harvard School of Public Health la reazione a catena dei radicali liberi potrebbe portare a rompere le membrane cellulari alterando quindi la barriera che filtra ciò che entra e ciò che esce dalla cellula. La reazione a catena potrebbe modificare la struttura di un lipide, aumentando il rischio di intrappolamento in un'arteria di tale sostanza.